È un uomo che vive di foreste,
d'aria piena di voli d'aquile,
conquista vette e tocca il sole,
lui beve neve, parla alle stelle
e spazia il tempo.
Corre, anela, sta, devia i ruscelli,
veglia e sonno, è tutto un sogno,
è un uomo solo e senza armi.
Un pomeriggio, su una salita, perse la vita.
Più niente, in quel lungo silenzio,
turbava la sua anima esperta.
Un coro di chitarre infelici
cantava per disperdere l'odio.
Sopra una collina era il più alto,
il più bello, irraggiungibile.
Ai suoi piedi c'era il deserto,
ormai la folla si era saziata con le preghiere.
Là c'è sempre un uomo in verticale
che non tocca mai la terra,
talvolta scende da una croce, ma dopo poco,
su una salita sconosciuta, perde la vita.
Un concerto di chitarre arriva e suona molto amaro.
Anche stasera da qualche parte c'è qualche Cristo
che sale stanco e senza scampo una salita.